Spesa Pensionistica in Italia molto alta secondo l’Ocse

23 Giu    Notizie sul Lavoro, Varie

L’Italia è il paese dell’Ocse con il più alto livello di spesa pensionistica, pari al 14% del Prodotto interno lordo nel 2005. Nel  rapporto 2009 sulle pensioni dell’Ocse si è rilevato che nel decennio 1995-2005 la spesa previdenziale è aumentata del 23%. In Italia la spesa pubblica per benefici a favore degli anziani “è la più alta nei paesi Ocse da alcuni anni”, cosi ha affermato l’organizzazione, sottolineando che “le pensioni assorbono quasi il 30% del bilancio dello Stato, rispetto a una media Ocse del 16%”.

Inoltre dal rapporto emerge che è al 24% il prelievo di tasse e contributi sulle pensioni in Italia, quasi il doppio rispetto alla media Ocse (12,7%). La penisola si distingue anche perchè le pensioni delle donne sono mediamente inferiori di un terzo rispetto agli uomini, di riflesso alla minore età di pensionamento delle donne.

La riforma pensionistica in Italia avanza molto lentamente rispetto agli altri paesi dell’Ocse e inoltre molti dei cambiamenti “vitali” per la sostenibilità finanziaria dei costi del sistema previdenziale sono stati “ripetutamente rinviati”. L’aspettativa di vita in Italia, ha continuato a crescere in questo periodo e il rinvio dell’introduzione dei nuovi coefficienti ha avuto un impatto negativo sul sistema. Al tempo stesso, ci sono stati di recente altri ritardi nell’introduzione dell’aumento dell’età minima di pensionamento per anzianità. La riforma Damiano ha introdotto gli scalini modificando lo scalone Maroni che prevedeva l’uscita per anzianità dal 2008 a 60 anni con 35 di contributi. La riforma Damiano, invece, fissava la possibilità di uscita nel 2008 con 58 anni e 35 di contributi (59 anni gli autonomi) arrivando a quota 95 solo dal primo luglio di quest’anno.

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